BIBLIOTHECA AUGUSTANA

 

Caterina da Siena

1347 - 1380

 

Libro della divina dottrina

volgarmente detto

Dialogo della divina provvidenza

 

1375

 

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AL NOME DI IESU CRISTO CROCIFIXO E DI MARIA DOLCE

QUESTO LIBRO FECE LA VENERABILE VERGINE CATERINA DA SIENA

MANTELLATA DI SANCTO DOMENICO

LIBER DIVINE DOCTRINE DATE PER PERSONAM DEI PATRIS

INTELLECTUI LOQUENTIS GLORIOSE ET SANCTE

VIRGINI CATERINE DE SENIS PREDICATORUM ORDINIS.

CONSCRIPTUS IPSA DICTANTE LICET VULGARITER ET STANTE

IN RAPTU ACTUALITER ET AUDIENTE QUID IN EA LOQUERETUR

DOMINUS DEUS ET CORAM PLURIBUS REFERENTE. [3]

 

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Capitolo I

 

Come l'anima per orazione s'unisce con Dio,

e come questa anima, de la quale qui si parla,

essendo levata in contemplazione,

faceva a Dio quatro petizioni.

 

Levandosi una anima ansietata di grandissimo desiderio verso l'onore di Dio e la salute de l'anime; exercitandosi per alcuno spazio di tempo nella virtú, abituata e abitata nella cella del cognoscimento di sé per meglio cognoscere la bontá di Dio in sé; perché al cognoscimento séguita l'amore, amando cerca di seguitare e vestirsi della veritá. E perché in veruno modo gusta tanto ed è illuminata d'essa veritá quanto col mezzo de l'orazione umile e continua fondata nel cognoscimento di sé e di Dio (però che l'orazione, exercitandola per lo modo decto, unisce l'anima in Dio, seguitando le vestigie di Cristo crocifixo), e cosí per desiderio e affecto e unione d'amore ne fa un altro sé.

Questo parbe che dicesse Cristo quando disse: «Chi m'amará e servará la parola mia Io manifestarò me medesimo a lui, e sará una cosa con meco e Io con lui». E in piú luoghi troviamo simili parole, per le quali potiamo vedere che egli è la veritá che per affecto d'amore l'anima diventa un altro lui. E per vederlo piú chiaramente, ricòrdomi d'avere udito d'alcuna serva di Dio che essendo in orazione, levata con grande elevazione di mente, Dio non nascondeva a l'occhio de l'intellecto suo l'amore che aveva a' servi suoi: anco el manifestava, e tra l'altre cose diceva: – Apre l'occhio de l'intellecto e mira in me, e vedrai la dignitá e bellezza della mia creatura che ha in sé ragione. E tra la bellezza che io ho data a l'anima creandola a la imagine e similitudine mia, raguarda costoro che sono vestiti del vestimento nupziale, cioè della caritá, adornato di [4] molte vere e reali virtú, uniti sonno con meco per amore. E però ti dico che se tu mi dimandassi: – Chi sonno costoro? – Rispondarei – diceva il dolce e amoroso Verbo: – Sonno un altro me, perché hanno perduta e annegata la propria volontá, e vestitisi, unitisi e conformatisi con la mia. –

Bene è dunque vero che l'anima s'unisce per affecto d'amore. Sí che, volendo piú virilmente cognoscere e seguitare la veritá, levando il desiderio suo, prima per se medesima (considerando che l'anima non può fare vera utilitá di doctrina, d'exemplo e d'orazione al proximo suo se prima non fa utilitá a sé, cioè d'avere e acquistare la virtú in sé) domandava al sommo ed etterno Padre quattro petizioni. La prima era per se medesima; la seconda per la reformazione della sancta Chiesa; la terza generale per tucto quanto il mondo, e singularmente per la pace dei cristiani e' quali sonno ribelli con molta irreverenzia e persecuzione alla sancta Chiesa. Nella quarta dimandava la divina providenzia che provedesse in comune, e in particulare in alcuno caso che era adivenuto.