BIBLIOTHECA AUGUSTANA

 

Caterina da Siena

1347 - 1380

 

Libro della divina dottrina

volgarmente detto

Dialogo della divina provvidenza

 

1375

 

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Capitolo XXXII

 

Come e' fructi di questo arbore tanto

sono diversi quanto sono diversi e' peccati. E prima

del peccato de la carnalitade.

 

Tanto sonno diversi e' fructi di questo arbore che dánno morte, quanto sonno diversi e' peccati. Alcuni ne vedi che sonno cibo da bestie, e questi sonno quegli che immondamente vivono, facendo del corpo e della mente loro come il porco che s'involle nel loto: cosí s'invollono nel loto della carnalitá. O anima bructa, dove hai lassata la tua dignitá? Tu eri facta sorella degli angeli, ora se' facta animale bruto, in tanta miseria che non tanto che sieno sostenuti da me, che so' somma puritá, ma le dimonia, di cui essi sonno facti amici e servi, non possono vedere commectere tanta immondizia.

Veruno peccato è che tanto sia abominevole e tanto tolga el lume de l'intellecto, quanto questo. Questo cognobbero e' filosofi, non per lume di grazia, perché non l'avevano; ma la natura lo' porgeva quello lume: cioè che questo peccato obfuscava lo 'ntellecto; e però si conservavano nella continenzia per meglio studiare. E anco le ricchezze le gictavano da loro, acciò che 'l pensiere delle ricchezze non l'occupasse il cuore. Non fa cosí lo ignorante falso cristiano, el quale ha perduta la grazia per la colpa sua.