BIBLIOTHECA AUGUSTANA

 

Leonardo da Vinci

1452 - 1519

 

Scritti scelti

 

Conoscenza e verità

 

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Conoscenza e verità

 

C. A. 226v 6

L’acquisto di qualunque cognizione è sempre utile allo intelletto, perchè potrà scacciare da sé le cose inutili, e riservare le buone. Perchè nessuna cosa si può amare nè odiare, se prima non si ha cognizion di quella.

 

 

F. 96 b

L'uomo ha grande discorso, del quale la più parte è vano e falso; li animali l'hanno piccolo ma è utile e vero; e meglio è la piccola certezza che la gran bugia.

 

 

V. U. 12r

Sanza dubbio tal proporzione è dalla verità alla bugia quale dalla luce alle tenebre, ed è essa verità in sé di tanta eccellenzia che ancora ch’ella s’astenda sopra umili e basse materie, sanza comparazione ell’[e]ccede le incertezze e bugie estese sopra li magni e altissimi discorsi, perchè la mente nostra, ancora ch'ell'abbia la bugia pel quinto elemento, non resta però che la verità delle cose non sia di sommo notrimento delli intelletti fini, ma non di vagabundi ingegni.

È di tanto vilipendio la bugia che s’ella dicessi be’ gran cose di Dio, ella to’ di grazia a sua deità; ed è di tanta eccellenzia la verità che s’ella laldassi cose minime elle si fanno nobili.

Ma tu che vivi di sogni ti piace più le ragion sofìstiche e barerie de' parlari nelle cose grandi e incerte, che delle certe, naturali e non di tanta altura.

 

 

F. (copertina)

La verità fa qui che la bugia affligga le lingue bugiarde.

 

 

A. 114r

Sì come il mangiare sanza voglia fia dannoso alla salute, così lo studio sanza desiderio guasta la memoria e non ritien cosa che la pigli.

 

 

For. III 55r

Fuggi quello studio del quale la resultante opera more insieme coll'operante d'essa.

 

 

C. A. 257r 6

La pietra, essendo battuta dall’acciarolo del foco, forte si maravigliò, e con rigida voce disse a quello: «Che presunzion ti move a darmi fatica? Non mi dare affanno, che tu m’hai colto in iscambio, io che non dispiacei mai a nessuno.» Al quale l’acciarolo rispose: «Se starai paziente, vederai che maraviglioso frutto uscirà di te.» Alle quale parole la pietra, datosi pace, con pazienza stette forte al martire, e vide di sé nascere il maraviglioso foco, il quale, colla sua virtù, oprava in infinite cose.

Detta per quelli i quali spaventano ne’ prencipi delli studi, e poi che a loro medesimi si dispongano potere comandare, e dare con pazienzia opera continua a essi studi, di quelli si vede resultare cose di maravigliosa dimostrazione. [Favola: La pietra focaia e l'acciarino]

 

 

C. A. 119r a

Questo medesimo accade nelli ingegni, che ’n iscambio dello esercizio si danno all’ozio; i quali, a similitudine del sopradetto rasoro, perden la tagliente sua suttilità, e la ruggine della ignoranza guasta la sua forma. [Favola: Il rasoro vanitoso e borioso]

 

 

C. A. 289v e

Siccome il ferro s'arrugginisce sanza esercizio e l'acqua si putrefà o nel freddo s'addiaccia, così lo 'ngegno senza esercizio si guasta.

 

 

For. III 66v

Triste è quel discepolo che non avanza il suo maestro.

 

 

Ar. 180v

Sì come ogni regno in sé diviso è disfatto, così ogni ingegno diviso in diversi studi si confonde e indebolisce.

 

 

C. A. 29v a

Il giudizio nostro non giudica le cose fatte in varie distanzie di tempo nelle debite e propie lor distanzie, perchè molte cose passate di molti anni parranno propinque e vicine al presente, e molte cose vicine parranno antiche, insieme coll'antichità della nostra gioventù, e così fa l'occhio infra le cose distanti, che per essere alluminate dal sole, paiano vicine all'occhio, e molte cose vicine paiano distanti.

 

 

Triv. 36v

Ogni azione bisogna che s'esercita per moto.

Cognoscere e volere son due operazione umane.

Discernere giudicare consigliare sono atti umani.

Il corpo nostro è sottoposto al cielo e lo cielo è sottoposto allo spirito.

 

 

C. A. 204v a

Come l'occhio e 'l razzo del sole e la mente sono i più veloce moti che sieno. – Il sole, immediate che li appare nell'oriente, subito, discorre co' li sua radi a l'occidente, i quali sono composti di tre potenzie spirituali: splendore, calore, e la spezie della forma della loro cagione.

L'occhio, subito ch'è aperto, vede tutte le stelle del nostro emisperio.

La mente salta 'n uno attimo dall'oriente all'occidente, e tutte l'alt[r]e cose spirituali sono di gran lunga dissimile per velocità a queste.

L'occhio riserva in sé le immagine delle cose luminose che se li rappresentano.