B  I  B  L  I  O  T  H  E  C  A    A  U  G  U  S  T  A  N  A
           
  Virginia Galilei
1600 - 1634
     
   



L e t t e r e   a l   p a d r e

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L'anno è computato non in riferimento alla nascita del Cristo, bensì al concepimento della Vergine, nove mesi prima, e quindi con uno spostamento dal 25 dicembre al 25 marzo precedente. L'uso, essenzialmente medievale, è da considerarsi nel Seicento come una pratica singolare.

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      17.

      A Firenze

      San Matteo, primo giorno di quaresima 1625 [25 marzo 1626]


      Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.
      L'aver V. S. lasciato li giorni passati di venir a visitarne (essendo stato il tempo assai quieto, lei, per quanto ho inteso, con sanità, e senza l'occupazione della Corte) sarebbe bastante a causar in me qualche timore che forse in parte diminuito l'amore che grandissimo ne ha sempre dimostrato. Se non che gli effetti dell'amorevolezza sua inverso di noi tanto frequenti, mi liberano da questo sospetto: sì che più presto m'inclino a credere ch'ella vada differendo la visita, mediante la poca satisfazione che riceve dal venirci, tanto da noi, mediante la nostra, non so s'io mi dica dappocaggine, non sappiamo dargliene più, quanto dall'altre, che per altre cagioni poco gliene danno.
      E per questo lascio di lamentarmi con lei, come farei se non avessi questo pensiero; e solo la prego a conformarsi (con il lasciarsi da noi rivedere) se non in tutto al suo gusto, almeno al nostro desiderio; il quale sarebbe di star continuamente da lei, se ne fossi lecito, per farli quelli ossequi che i suoi meriti e il nostro debito ricercherebbono. E poiché questo non ci è concesso, non mancheremo già di satisfare a questo debito, col tenerla raccomandata al Signore che gli conceda la sua grazia in questa vita, e il paradiso nell'altra.
      Dubito che Vincenzio non si lamenti di noi, perché indugiamo tanto a mandarli i collari che ci mandò a domandar, dicendo che ne aveva carestia. Di grazia V. S. ci mandi un poco di tela batista acciò gliene possiamo cucire, e anco ci dia qualche nuova di lui, che lo desideriamo. E se a lei occorre qualche cosa per suo servizio, nella quale possiamo impiegarci, si ricordi che ci è di gusto grandissimo il servirla. E qui facendo fine, a V. S. mi raccomando insieme con Suor Arcangela.

      figliuola Affezionatissima
      S. M. Celeste.


      18.

      A Firenze

      [Quaresima 1626 ?]


      Amatissimo Signor Padre.
      I cedrati mandatimi da V. S. accomoderò conforme al suo gusto molto volontieri: e per farne l'agro ed i morselletti, penso che vi bisogneranno due libre di zuccaro, e, caso che gli sia di gusto, un poco di musco buono; il tutto mi sarà caro perché mi ritrovo assai scarsa di danari: e se vuole che gli accomodi dei fiori di ramerino, che tanto soglion gustarli, potrà mandar più quantita di zuccaro. La sottocoppa non l'aviamo avuta; ma costì ci hanno bene di nostro una guastada, ed una piattellina bianca.
      Non vorrei già ch'ella si prendesse tanto pensiero di noi; ma più tosto attenda a procurar di conservarsi in sanità; e di grazia, quando ritorna in villa, lasci di star nell'orto, fino che non siano migliori tempi, perché credo che questo gl'abbia nociuto assai: perché ho molta fretta, finisco, e la saluto con tutto il cuore. Il Signore gli conceda la sua grazia.

      sua figliuola Affezionatissima
      S. M. Celeste.

      Aspetto il zuccaro quanto prima, perché i cedri patirebbono, e se per sorte gliene venisse qualcun'altro alle mani, mi sarà gratissimo per un altro mio bisogno, che gli dirò a bocca, che non vedo l'ora.


      19.

      A Bellosguardo

      [Pasqua 1626 ?]


      Amatissimo Signor Padre.
      Ringraziarne V. S. delle sue molte amorevolezze, le quali ci godremo per suo amore. I fiori che ha mandati, al mio conto, faranno 4 barattoli, e, perché sono assai umidi, aspetteremo gli altri, giacché gli adoperiamo alquanto appassiti, e V. S. dice volerli mandare. Vo appunto adesso lavorando intorno ai duoi cedri mandatimi ultimamente, che credo riusciranno meglio degli altri.
      Gli annunzio felicissima la santissima Pasqua, questo e molti anni appresso, e me le raccomando di tutto cuore insieme con Suor Arcangela.

      sua figliuola Affezionatissima
      S. M. Celeste.