BIBLIOTHECA AUGUSTANA

 

Francesco Soave

1743 - 1806

 

Elementi della calligrafia

 

Capo II

 

______________________________________________________________________________

 

 

 

ARTICOLO PRIMO.

 

Del Carattere formato.

Per apprendere con facilità, e con regola questo Carattere conviene prima esercitarsi nelle parti elementari, o radicali, di cui ciascuna Lettera è composta.

 

Parti elementari delle Lettere.

Queste parti sono, come nelle Lettere di stampa, i punti, e le linee, delle quali altre son rette ed altre curve, altre grosse, ed altre sottili.

Le linee sottili, che chiamansi tratti, o filetti, vengon formate da una sola delle due punte della penna: le linee grosse, ovvero ombreggiate, si formano con amendue [11] le punte, ossia con tutto il largo della penna medesima.

Avvezzata, alquanto la mano a formare del tratti parte orizzontali, che servono a tagliare il t, e la f; parte ascendenti obbliquamente, e con alquanto di curvatura dalla sinistra alla destra, che servono al cominciamento delle lettere b, h, i, j, k, l, m, n, p, r, s, t, u, v; parte arcuati di sotto in su, e terminati in un punto, che servono alla seconda parte, dell'r, e al cominciamento della seconda parte dell'n, dell'm, e dell'h: si pass a. formar delle linee rette ombreggiate, che comunemente diconsi aste, le quali da principio si faccian sole; quindi ad altre si uniscano i tratti al di sopra; altre si facciano terminare al di sotto in un filetto arcuato; altre da un filo arcuato si incomincino superiormente, altre abbiano un tratto al di sopra, e un filo arcuato al di sotto; altre finalmente da un filo arcuato incomincino al di sopra al di sotto finiscano. Queste sei specie di aste veggansi nella Tav. I. disposte ordinatamente nella fila superiore. [12]

 

Delle lettere rettilinee.

Da queste prime parti elementari nascono le sei lettere i, r, n, m, u, t.

L'i, è formato d'un'asta, che comincia con un tratto al di sopra, e termina al di sotto in un filo arcuato.

La prima parte dell'r, è un'asta, che comincia da un tratto, la seconda è un filo arcuato, che comincia dalla metà dell'asta ascendendo, e termina in un punto.

La prima parte dell'n è un'asta, che comincia da un tratto come quella dell'r, la seconda è un'asta che comincia e finisce in un filo arcuato.

La prima parte dell'm, è similmente un'asta che comincia da un tratto, come quella dell'r, e dell'n; la seconda è un' asta, che comincia da un filo arcuato e la terza è un'asta, che da un filo arcuato incomincia, e finisce, come la seconda dell'n.

La prima parte dell'u comincia da un tratto, e finisce in un filo arcuato, come l'i; la seconda è un'asta che finisce in un filo arcuato.

Il t similmente comincia come l'i da un tratto, e termina in un filo arcuato, [13] se non che è un po'più alto dell'i, ed è tagliato alla destra da un tratto orrizzontale.

Anche la l è formata come l'i da un asta che comincia da un tratto, e finisce in un filo arcuato, colla sola differenza che l'asta dell'l deve esser doppia di quella dell'i, e dev' essere senza punto al di sopra.

La prima parte della h parimente è un'asta della lunghezza dell'l, che manca però inferiormente del filo arcuato: la seconda parte è un'asta cominciata, e finita da un filo arcuato, come la seconda dell'n.

 

Delle Lettere curvilinee.

Le Lettere curvilinee nascono per la più parte dal o, che è fatto a figura ellittica, ossia ovale.

Nella Lettera o soglionsi dagli Scrittori distinguere otto parti: due sottili, due grosse, due crescenti, e due descrescenti (Tav. I. in fondo).

1. S'incomincia in alto da un piccol filo quasi orizzontale venendo da destra a sinistra.

2. Questo filo s'ingrossa a poco a poco [14] scendendo obbliquamente da destra a sinistra per un terzo incirca di tutta l'altezza della Lettera, finchè la linea ombreggiata abbia acquistato tutto il pieno della larghezza della penna.

3. Con quello pieno di penna si continua a scendere per un altro terzo all'incirca.

4. Si piega quindi gradatamente da sinistra verso la destra scendendo obbliquamente per un altro terzo, e diminuendo frattanto la grossezza della linea, finchè torni al filetto.

5. Si continua per poco tratto il filetto orizzontalmente.

6. Cominciasi quindi a risalire obbliquamente per un terzo verso la destra ingrossando la linea a poco a poco, finchè giunga al suo pieno.

7. Con questo pieno si continua per un altro terzo all'insù.

8. Finalmente si torna a diminuir la grossezza a poco a poco, verso piegando alla sinistra, finchè la penna vada ad incontrare il filetto primo, da cui aveva incominciato.

Queste parti debbon poi essere formate in modo, che si corrispondano diametralmente, e si assomiglino la 1. colla 5., la 2. colla 6., la 3. colla 7., e la 4. coll' 8. [15]

La Lettera o si cava, dall'o cominciando dalla metà della parte 8., e continuando a sinistra fino al filetto della parte 5, che si prolunga all'insù fino all'altezza incirca della parte 6.

L'a è comporta dì un o, e d'un'asta terminante in filo arcuato.

Simile al c è pure il corpo dell'e, sennonchè ha di più un occhio, il qual cominciasi alla metà della Lettera da un filetto, che cresce a poco a poco salendo da sinistra a destra.

La x è comporta da due c l'un rovescio, e l'altro diritto, che si combacian nel mezzo della loro convessità, confondendosi quivi il pieno dell'uno con quel dell'altro.

Il d si forma da un c, e da un'l, a cui manca il tratto superiore.

Il q è formato da un c, e da' un'asta discendente.

Il p è formato da un'asta discendente, e da un c rovescio, il qual cominciasi con un filo arcuato dalla parte seconda dell'o, e si continua a destra fino alla metà della parte 4.

Il b principia da un'l, e finisce in un c rovescio ascendente.

La f si divide in tre parti: la prima comincia in alto come il c, e con una [16] piccola curvità scende per un terzo della sua altezza obbliquamente da destra a sinistra; la seconda continua per un altro terzo con un'asta rettilinea simile a quella dell'r la terza scende per altrettanto incurvandosi al contrario della prima, e allargandosi un po' più. Al principio della seconda parte la f è pur tagliata da un tratto orizzontale, come il t.

Il j è formato dalla seconda, e terza parte dell'f cominciando da un tratto.

Il g è composto da un c, e da un j.

L'y, può formarsi dalla seconda parte dell' b, e da un j: benchè si faccia ancora in altra maniera.

La z è comporta da due linee serpentine orizzontali unite con una retta obbliqua.

Le tre Lettere che rimangano, cioè s, v, k son fatte anch'esse di linee serpeggianti più facili ad impararsi dagli esemplari, che a descriversi. Vedi la Tav. I.

E' però da avvertire.

1. Che il p si incomincia ancora da un j; e per la seconda parte invece di un c rovescio può avere un'e parimente rovescio: il qual può anche servire alla seconda parte dell'h.

2. Che il d si comincia ancora dalla parte seconda dell'o, e si continua gradatamente [17] fino a tutta la parte settima salendo poscia più in alto, e incurvandolo superiormente da destra a sinistra, in maniera però che la sua altezza sia un po'minore di quella dell'altro d.

3. Che oltre alla s corta sopra indicata, vi ha pure un s lunga, eguale in tutto alla f, detrattone il taglio.

 

Dell'Altezza, Pendenza, e Larghezza delle Lettere Minuscole.

Le Lettere minuscole dividonsi in quattro classi: 1. Lettere di mezzo, o medie. 2. Lettere ascendenti. 3. Lettere discendenti. 4. Lettere ascendenti insieme, e discendenti.

Le Lettere medie sono quattordici, vale a dire i, r, n, m, u, o, c, a, e, x, s, v, z, a cui s'aggiunge anche il r, benchè sia un pò più alto. Vedi la Tav. I.

Le Lettere ascendenti sono cinque, vale a dire l, h, d, b, k.

Le Lettere discendenti sono altre cinque, cioè p, q, j, g, y.

Le Lettere ascendenti insieme, e discendenti son due, cioè la f, e la s lunga. [18]

Varie sono le proporzione d'altezza, di pendezza, e di larghezza, che a queste Lettere, soglion darsi dai dlversi Scrittori: quelle però che sembrano a un tempo stesso e le più convenevoli, e le più facili a praticarsi son le seguenti.

1. Che le Lettere, di mezzo abbiano di altezza 8. gradi, ossia otto larghezze di penna; le ascendenti, e le discendenti 16. gradi; le ascendenti, insieme, e discendenti 24. gradi.

2. Che la pendenza delle Lettere di mezzo sia di 3. gradi; quella delle ascendenti, e delle discendenti di 6. gradi; quella delle ascendenti insieme, e discendenti di 9. gradi.

3. Che la larghezza, ossia il vuoto interno della n, e dell'o che servono di misura alle altre composte di più parti, sia di 4. gradi.

Sono però da eccettuarsi 1. la m, che è il doppio dell'n: 2. l'x, che è il doppio del c; 3. la z, la cui serpentina inferiore suol farsi maggiore di quattro gradi.

Per determinare i gradi delle Lettere di mezzo si alza una perpendicolare; su questa si segnano otto larghezze della penna, che vuolsi adoperare; e con [19] questa misura si fa un quadrato, o anche semplicemente si tirano due rette orizzontalli, parellele fra loro. Vedi la Tav. I.

Sulla orizzontale superiore si segnano tre larghezze di penna, e colla quarta larghezza si tira una retta obbliqua, che termini all'angolo della orizzontale inferiore colla perpendicolare.

Questa retta avrà i richiesti otto gradi d'altezza, e tre di pendenza, e formerà l'asta, dell'r, dell'n, dell'm, e di tutte le altre Lettere di mezzo rettilinee; avvertendo solo:

1. Che l'asta dell'i, e così pure tutte le altre aste, che terminan con un filo arcuato, devono cominciare a piegarsi, e a diminuir di grossezza alquanto prima di giunger all'angolo inferiore.

2. Che l'asta, del t dev'essere di due gradi più lunga, ed avere il taglio all' altezza degli otto gradi.

Le Lettere di mezzo curvilinee devono anch'esse avere la stess'altezza, e pendenza delle rettilinee. Per determinare l'altezza basta, che sian comprese nelle due parallele sopraccenate. Per determinare la pendenza, a cagion d'esempio dell'o dee farsi che il pieno delle parti terza, [20] e settima si confonda col pieno di due aste rettilinee, che abbiano la pendenza sopra descritta di tre gradi, e la distanza dì quattro. Veggasi l'o in grande al fondo della Tav. I.

L'altezza, e la pendenza delle Lettere ascendenti e discendenti si troverà facilmente allo stesso modo segnando 16. larghezze di penna sulla perpendicolare, e 6. sull'orizzontale: avvertendo però che il corpo principale di queste Lettere, come per esempio il c diritto che forma il d ed il q, il c rovescio che forma il b ed il p ec. non deve oltrepassare l'altezza di 8. gradi.

Allo stesso modo si fisserà l'altezza, e la pendenza delle Lettere ascendenti insieme, e discendenti, cioè della f, e della s, segnando sulla perpendicolare 24. larghezze di penna, e 9. sopra l'orizzontale, e facendo che la parte di mezzo di amendue sia uguale esattamente all'asta dell'r, sicche prolungata superiormente essa tagli l'orizzontale al nono grado, e prolungata inferiormente finisca all'angolo della perpendicolare coll'orizzontale inferiore.

Quanto alla larghezza, condotta la prima asta dell'n si segnino sopra l'orizorizzontale [21] inferiore quattro altre larghezze di penna, e con questo intervallo si tiri la seconda asta parallela alla prima.

Alla stessa guisa nell'o da un pieno all'altro si tiri una linea orizzontale parallela alle due già dette, che ne determinan l'altezza, e su quella si segnino quattro larghezze di penna.

Guai però se uno Scrittore dovesse prendere ad ogni Lettera tutte queste misure! Egli deve coll'esercizio avvezzarvi l'occhio, e la mano, il che or diremo in qual modo agevolmente si possa fare.

 

Nuove Righe per facilitare l'uso delle dette proporzioni.

Si son formate espressamente alcune Righe, ove tali proporzioni sono già tutte determinate *).

Siffatte Righe oltre' alle linee orizzontali distanti otro gradi una dall'altra, hanno pur delle linee oblique della grossezza [22] d'un grado distami l'una dall'altra quattro gradi, e aventi la pendenza sopra descritta di tre gradi.

Sottoposta adunque una di queste Righe alla carta, su cui vuolsi scrivere, basta temperare la penna alla misura de'gradi segnati, o alla misura delle stesse linee obblique: indi per formar l'aste rettilinee altro non deve farsi, che scendere colla penna lungo la direzione delle linee obblique; per formare le Lettere rettilinee, a cagion d'esempio la n, basta pure che le due aste si formino lungo le due linee obblique, comprese fra le due orizzontali corrispondenti, e così pure basterà che le Lettere curvilinee come l'o si racchiudano entro al medesimo spazio, dal quale non uscirà che alcun poco la z, e assai più il corpo dell'm, e dell'x, che equivalendo l'una a due n, e l'altra a due c, occuperanno due spazj.

Non è necessario il dire, che per le aste delle Lettere ascendenti, e discendenti sulle linee obblique converrà prendere il doppio, ed il triplo per le ascendenti insieme, e discendenti.

Tre si son fatte di queste Righe cogl'intervalli di diversa misura, dovendosi [23] incominciare dalle Lettere in grande, e venirle quindi diminuendo di mano in mano.

Facendo uso di tale ajuto per alcun tempo, l'occhio, e la mano s'avvezzeranno poco a poco a tenere da se l'accennate proporzioni, e direzioni in maniera che di questo sussidio non farà più di mestieri.

 

Della distanza delle Lettere, delle Parole, e delle Linee.

La regola più generale, che tengono gli Scrittori, è di lasciar fra le Lettere, che terminan con asta rettilinea, e quelle, che per asta rettilinea incominciano, la distanza di 4. gradi ossia la larghezza di un'n. Tale sarà la distanza di ai, ir, in, im, iu ec.

La distanza delle Lettere, che incominciano, o finiscono per ovale, dev'essere un po minore in grazia del vuoto, che lascia l'oval medesimo in cima e in fondo: e per ordinario, quando s'incontrano una rettilinea ed un'ovale, come ne, on, la distanza si ristringe a 3. gradi, quando s'incontrano due ovali, come oo, oc, la distanza riducesi a due gradi. [24]

Lo spazio fra l' una e l'altra parola; quando non vi sia frammezzo nè punto nè virgola nè apostrofo, suol fistarsi alla larghezza di tutto il corpo dell'm: quando vi è frapposta una virgola, o un apostrofo, si tiene una distanza maggiore, e più ancora di mano in mano se vi è punto e virgola, o vi son due punti, o v'è punto fermo, che indican le divisioni delle parti del periodo, o de'periodi stessi l'uno dall'altro.

La distanza dall'una all'altra linea non dovrebbe mai esser minore di 16. gradi, acciocchè le Lettere discendenti della linea superiore non vengano a confondersi colle ascendenti della inferiore.

Siccome però quanto è più grande il carattere, tanto maggiore è la grandezza de'gradi, e per conseguenza la distanza che essi portano: così in un carattere assai grande la distanza delle lìnee potrà farli anche meno di 16. gradi, quando però non vi fìan Lettere ascendenti, e discendenti, che pollano incontrarfi. In un carattere piccolo all' oppofto potrà recarli la distanza fino ai 24. gradi, cioè a tutta l' altezza dell'f; ed anche a più in un carattere piccolissimo.

 

Della Connessione delle Lettere.

Il connetter le Lettere l'una coll'altra dà al carattere un'aria di franchezza, di regolarità, e di eleganza maggiore.

Altre di queste s'uniscono inferiormente, ed altre superiormente.

Tutte le Lettere, che inferiormente finiscono in un filo arcuato, cioè i, n, m, u, t, l, h, k, a, c, e, x, d, si congiungono alla Lettera susseguente prolungando lo stesso filo arcuato.

Anche il p si può unire in questo modo alla Lettera susseguente, facendo che la seconda sua parte in luogo d'un c sia un'e posta al contrario, e allo stesso modo si può congiungere anche l'h.

E' da avvertire però, che le Lettere così congiunte serbino fra di loro i gradi di distanza sopra indicati.

Per conservare quella distanza più esattamente, se la prima Lettera termina con filo arcuato, e la seconda incomincia col tratto all'altezza di 8. gradi, come i, r, n, m, u, v, s, x, z, p, j, y, il filo arcuato si congiunge col tratto, cioè le due Lettere si uniscono dal piede alla cima. Veggansi di ciò gli esempi [26] nelle prime tre linee della Tav. II. in ai, ir, in, im, iu, as, ev, ax, uz, ap, ey, a cui si sono anche aggiunte pi, he, per mostrare come p ed h si uniscano alle Lettere seguenti, allorchè son composte di un e rovescio.

Se la seconda comincia da retta ascendente, come b, h, k, l, a cui si aggiunga anche il t, si connettono anch'esse all'altezza di circa 8. gradi, cioè verso alla metà della stessa retta ascendente, come può vedersi nella quarta linea in et, ib, ih, ik, cl.

Se la seconda comincia da linea ovale, si congiunge all' altezza di circa 3. gradi, come si vede nella quinta, e sesta linea in ao, ec, ae, ua, ag, eq, ud, id.

Molti Scrittori all' altezza di soli 3. gradi congiungono anche tutte le Lettere rettilinee, allargando il filo arcuato, e formandolo sempre eguale a quello della prima parte dell' u. Ma un inconveniente ne nasce, ed è che unendo a questo modo ir, ur, nu, un, ni, in, nm, mn, im, mi, ec. la connessione viene anch' essa a rappresentare un u, il che non lascia di confonder sovente chi legge. [27]

Superiormente, ossia di testa in testa congiungonsi oo, ve, or, vi, bi, e simili come si scorge nell' ultima linea della Tavola sopradetta.

Usando le Righe, che abbiam descritto dinnanzi, per la connessione delle Lettere rettilinee non s' avrà a tener fra una Lettera e l'altra che la stessa distanza segnata già dalle linee obblique, la quale è appunto di 4. gradi, come debb' essere: per la connessione delle rettilinee colle ovali converrà ristringersi di un grado: per la connessione delle ovali tra loro, ristringersi di due gradi.

 

――――――――

 

*) Di queste Righe si farà uso sin da principio in luogo de'libri rigati.