BIBLIOTHECA AUGUSTANA

 

Francesco Soave

1743 - 1806

 

Elementi della calligrafia

 

Capo II

 

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ARTICOLO QUARTO.

 

Della Variazione del Carattere

Ciò che si teme da molti dover seguire dall' Istituito delle Scuole Normali, si è, che avvezzandosi tutti i Fanciulli a scrivere colle medesime regole, abbiano tutti ad apprendere un Carattere uniforme, sicchè diffìcile debba poi riuscire il distingure l'un dall' altro.

Questo pericolo è men grande però di quel che possa parere a prima vista. [33]

L' esperienza ha mostrato in Germania, dove le Scuole Normali sono fondate già da più anni, che i Caratteri, sebben migliori generalmente, sono però, tuttavia un dall'altro diversi.

La stessa esperienza dimostra pure, fra noi, che gli allievi d'uno stesso Maestro, per quanto sieno uniformi le regole, con cui insegna, mai non arrivano nel Carattere, a somigliarsi in maniera, che non si possano chiaramente discernere l' un dall' altro.

Il portamento della mano, cher mai non è simile perfettamente in più persone, la maggiore o minore franchezza nello scrivere, l' esercizio in ciò più o meno frequente, la perfezione dell' occhio più o men grande nell' osservare le giuste misure, e proporzioni, la maggiore o minore abilità della mano nell' eseguirle, fan nascere delle differenze per cui, malgrado l' uniformità delle regole, la diversità de caratteri è facilissima a riconoscersi.

E ciò massimamente nel carattere corsivo, che è il più usitato, e che adoperandosi correntemente, non lascia tempo di compassare tutte le Lettere precisamente secondo le regole; ma fa ciascuno accostandosi alle regole più o men da vicino, [34] lasci traspirare quelle differenze, che la propria abitudine gli ha fatto contrare.

Ciò non pertanto ove mai accadesso, che due o più Scolari, singolarmente nel Carattere corsivo di molto si assomigliassero, avrà cura il Maestro di avvezzarli ad un diverso Carattere, il che potrà fare in più modi.

1. Addestrando l' uno a scriver sempre più in grande, e l' altro, più in piccolo: la qual cosa fa nascere da se sola una sensibile diversità nella formazione medesima delle Lettere.

2. Variando dall' uno all' altro nelle proporzioni così dell' altezza, come della larghezza, e della pendenza, giacchè quelle che noi abbiamo assegnato, sebben sembrino le puì convenevoli, non sono però così inalterabili, che ottimi caratteri non possan farsi con proporzioni ancor diverse.

3. Nelle Lettere, che si formano in più maniere, accostumando l' uno a farle sempre in un modo, e l' altro sempre in un altro.

4. Avvezzando, pure ciascun ad una diversa foggia nella formazione delle Majuscole, dove tra gli Scrittori le varietà sono ancora più grandi. [35]

5. Addestrando l' uno a connetter le Lettere rettilinee dal piede alla cima, e l'altro dal piede al mezzo, giacchè amendue le maniere si trovano usate da' buoni Scrittori.

6. Finalmente, ove tutto ciò non giovasse (che ben sarebbe fenomeno assai raro), esercitando l' uno continuamente nel solo carattere formato, e l' altro nel solo corsivo giusta i diversi esemplari, che n' abbiam dato nelle Tavole V., VII. e VIII. finchè il pericolo della perfetta rassomiglianza fosse del tutto cessato.